17.6.06

Re in esilio

Il caso apparso adesso in giornale lascia pensare il peggio della famiglia reale italiana, appena lasciata entrare in Italia, per una provvidenza legislativa del Governo Berlusconi, l’anno scorso, che ha abolito l’infrazione criminale costituita della semplice entrata di qualcuno membro della famiglia Savoia in territorio italiano. Dopo questo evento, il figlio del principe Savoia, Emanuele Filiberto si è anche sposato à Roma, nella Chiesa della Santa Maria degli Angeli, con l‘attrice natta in Francia, Clotilde, di chi aveva adesso già un figlio, mentre che, recentemente, ne aspettava un altro.

Le notizie coprono di sporcizia tutta la famiglia. Il Principe Savoia, figlio de Re chi ha, di un motto discutibile, perso il referendum della monarchia dopo il fine della Seconda Guerra mondiale e che ha vissuto anche in Portogallo, sarebbe diventato il capo di une rete de bianchimento di soldi, di falsificazione di gioco ed anche di sfruttamento di prostituzione. Per montare questa rete, avrebbe stabilito rapporti con le Mafie casalinghe in Sicilia, e con quella della Europa Orientale, notevolmente della Bulgaria dove avrebbe indirettamente finanziato la propaganda elettorale di Simeone di Bulgaria a scambio di privilegi nell’edificazione di un complesso di ospedali in quello paese.

Non è falso che, molti anni fa, il Savoia ha dovuto risolvere anche problemi con la Giustizia e che in questa rete ci sembrano essere coinvolti personaggi collegati al Governo Berlusconi. Però questo può essere anche una vendetta politica alle spese di una famiglia chi simbolizza l’unità d’Italia. E il fatto che la Giustizia italiana sa gestire anche l’impatto nell’Informazione non chiarisci in niente i dubbi che la sua stessa efficacia solleva.

Non sarebbe la prima volta che un Principe si vedrebbe coinvolto in affari oscuri, com’è stato il caso del marito della Regina di Olanda, neanche qualcosa che il popolo d’Italia non aspettasse di una Dinastia che non ha avuto il tempo per dimostrare la sua completa italianità. In più, une delle cose che difficilmente si può lasciare di applaudire in Mussolini, ossia la sua lotta contro la Mafia, è buono ricordare che è finita, quando il suo compagno De Vecchi, un monarchico, è caduto nelle braccia di una Nobile siciliana. Anzitutto non si può negare i collegamenti della Mafia a tutto il post-Guerra dell’Italia.

In un tempo dove la società deve fronteggiare forze terribili del Crimine organizzato transnazionali e dove si sa il rollo crescente delle Mafie dell’Est europeo, prima di aspettare una risoluzione giudiziale, bisognerebbe sapere in che forma il Savoia è stato coinvolto in una rete così spacciata. Altrimenti non è la famiglia Savoia chi cade nel fango dopo avere fatto i primi passi della riconciliazione. Sarebbe tutta la Storia dell’Italia unita in un tempo dove il crimine organizzato profitta del vuoto seguente alla dissoluzione della URSS e dove i criminali hanno multiple occasioni per profittare senza guardare a una Patria che disprezzano. Ed un’Italia unita è un bene per l’Europa, per il Mediterraneo e per il Mondo.

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