15.2.13
CXXVII (Re)leituras - I Sofisti, da Mario Untersteiner, commenti da André Bandeira
Questo è un libro che fa la
genealogia della Democrazia e non più, la sua etimologia (demos: popolo;
kratia: potere). Scritto nel 49 da un erudito in Filologia classica, non deve
essere venduto, comè si di un libro di
Filosofia si trattasse. È un resoconto materiale. Mario Untersteiner scrive nel
49, quando l’Italia era dominata dei antichi partigiani comunisti che non
salirono al potere, semplicemente perche Stalin ha eseguito gli accordi da
Yalta, lasciando l’Italia sulla sfera occidentale. Si può riconoscere la
tradizione illuminista del’Alto Adige, che ha prodotto gente come Filangeri,
però anche come Gianbattista Vico, equidistante sia della tirania illuminata francese,
sia del’imperialismo settario anglosassone. La Democrazia nasce della Guerra, in
particolare, in questo caso, quella de Atene nel Peloponeso. Percioè, la Guerra
contro i Persiani fa qualchi Sofisti, come Gorgia, vedere che, aldilà della
solidarità fra le famiglie dei aristocrati greci, e, doppo le riforme di Sólon
( e la conseguente perdita di potere in favore dei cittadini marinai) c’è una
stessa natura che stabilisce un arco comune tra gli adversari. L’uomo è la
misura di tutte le cose, sì, anche tra greci e persiani. Serve misurare,
perche il uomo che percepisce è una realtà tra i fenomeni che fluiscono e la
cosidetta filosofia pré-socratica aveva
esagerato gli esempi de fenomeni incommensurabile. Sotto Il segno del’Apollo delfico, questo vuole dire che ci sono «logoi»
(veritá/raggioni) contraditori e che la vera sapienza è, primo, la riconoscenza
dell’umanità inesorabile di tutti fenomeni e, secondo, la collezione di tutte
le esperienze, la Storia (una Storia arcaica che, oggi, sconosciamo). Non c’è, qui,
nessun cetticismo. Per questo, da Hippia
si diceva che, in un tempo dovè c’era bisogno di argomentare velocemente in
piazza, lui aveva sviluppata una tècnica di memorizzare grandi quantità di
datti. Si diceva che Gorgia aveva uma dottrina secreta, imparata dei magi
persiani, che contradiceva la sua filosofia relativistica predicata all’aperto.
Crizie, dove Il padre era stato uno dei quattrocento oligarchi, ed anche lui
stesso, con Calicle, diventerebbe il
constituzionalista dei trenta tiranni, completava cosi la riputazione dei
sofisti, come aristocrati testardi che avevano simulato l’apertura sulle
piazze, soltanto per manipolare la folla, persino iniziati nelle arti più secrete dell’enemico. Contro
questa dottrina, è stata finalmente sollevata l’utopia totalitaria delle idee
platoniche, oppure la majestà senza identità de Aristotele ed Alessandro Il
Grande. Si è vero che i Sofisti erano aristocrati chi, in tempo di crisi e
pericolo mortale, giocavano al fuòco perche la folla aveva distrutto la
memoria dell’esperienza più antica dei greci ad altri popoli attichi, Socrati
non è stato capace di rifiutare la bevanda avelenata della città. Infatti,
Socrate è stato molto più democratico che i sui enemici, i Sofisti, però, qui, esserene democratico significa essere fatto a pezzi. Lui si è sottommesso
à la cità, dove la Democrazia, la voce dei cittadini, è stata fatta la soprana
assoluta, più importante che la vita umana, oppure non fosse lui un antico soldato.
Invece, i Sofisti, hanno considerata la ricchezza della memoria più importante
che la città e, per quello, hanno provato vivere la crise permanente della
democrazia, nonostante ne fossero incredenti. In conclusione, i Sofisti – chi,
secondo Il autore, discendono del’virtuosismo magico dei pitagorici – si sono
mischitatti nella folla ed hanno data la forza (kratia) della magia, al popolo
(il demos). Fuorchè l’etimologia, questa è la genealogia, invece: democracia è,
di nascita, la forza camuffatta.
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