10.5.06

Berlinguino e Catalona, per un Cechino

Il Trionfo della Politica ( Berlinguino e Catalona)

Quando erano giovani, due bimbi discutevano lo che diventerebbero, da grandi. Uno diceva: io sarò lampedista. Il altro diceva: io sarò contumelista. E continuavano a giocare insieme, come amici, dicendosi: noi due conquisteremo il mondo. Quale era la differenza tra le due? Essere lampedista significava guardare al mondo con il brillo di un lampo, mentre che essere contumelista significava organizzare contumelie, come nubi nere, prima che il lampo sgorgesse. Uno era catalano, il altro napoletano.

Così, il Imperatore caduto, quello chi aveva costruito un Imperio con i lampi messi in cavi e presi in schermi televisivi, ha lasciato uno di questi due senatori, il unico sopravissuto, diventare uno dei attori principali del spettacolo chi doveva, forzosamente, continuare. In fine, tutto era un spettacolo e il Imperatore ne lo sapeva. Il Imperatore si rideva quando era sul’palco. Adesso, che era caduto, lasciava il contumelista recitare da solo.

Era lui, il contumelista, chi ascendeva adesso al vertice del spettacolo. Però, da molto, il contumelista si aveva lasciato di contumelie. Parlava poco, rideva nulla, non metteva mài la scarpa nella bocca. Era sempre griggio e ragionevole, i sue abiti erano sempre aplomb, aristocratici, si diceva. In fine era stato ben rimborsato. Di contumelista, aveva passato a riformista, e si aveva riformato a se stesso, fino a che non aveva bisogno di parlare. La accadeva soltanto muovere le lapre, che tutta la scena cambiava. Non è facile, imparare a aviccinarsi, e fermarsi al centro del’uragano, per commandare i venti, rifletteva lui. Questo è l’arte del possibile. La Politica.

Però lui, in essenza, rimaneva contumelista. Lo ha anche provato, al vertice del legioni contumelisti, di dichiarare che i sui capi in qualche regioni, dovevano esguire i codici della morale. La morale contumelizza la natura.

Adesso, mentre che il Imperatore si accomoda per guardare il spettacolo (insomma, non è così tragico andarsene di vacanze da Imperatore, anzichè è divertente), il vecchio contumelista si prepara per prendere il sceptro.

È troppo tarde per fare contumelie. Quando scoprire che le hanno chiamato “Il Re Umberto”, per che lui è in esilio di se stesso ( e non per che la scelta dei su abbigliamenti è reale), la saggezza sarà tropo pesante per contemplare la oscurità del mondo. Si vorrà riformare, il cuore vorrà fare una contumelia e lui cadrà con un colpo di cuore, come un lampo. Il catalano è dentro di lui.

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