28.11.06

Berlusconi cadeva, per Pedro Cem

Berlusconi, vicino ai setantanni si cadeva. Si cadeva come uno di questi chi ascoltano una voce interiore, davanti alla qualle non hanno bisogno di ascoltare due volte per rimanere attenti per sempre. La sua faccia era già una maschera mortuaria, come Polichinello all'alba del Venerdi Santo.
Magari molti festeggiavanno già la caduta di questo "maffioso", di questo "pagliatone", davanti ai mezzi che lo hanno fatto Presidente del Consiglio d'Italia. Sarebbe la giusta vendicazione di tutti quanti a chi lui ha rubato, umigliato, truffato e disprezzato, diccono. La fame delle masse democratiche avrebbe un piccolo sollievo, fino alla prossima vittima, dei sue frustrazzioni di potere e spettacolo.
Però se la Democrazia è questa belva chi asciugga fino alle ossa i sue servitori, allora il cosidetto "meno male" dei sistemi politichi non lo desiderio al peggiore dei miei inimici.
Anche le prime vittime delle Tirannie sono i stessi tiranni e mentre che ne non riconosciammo le conseguenze, è inutile di abattere le tirannie. Così i tiranni avranno sempre un può di giustizia della sua parte.
Per tutto questo, ricerchiammo veri Re, chi invece di esserne i primi nobile della umana società, ne sonno i primi servitori. Mentre che la Democrazia moderna non riconosce i limiti anche dei sue uomini, il Re vero non pensa a morire nobilmente davanti al pubblico. Lui accetta morire anzitutto come quelli schiavi tra quattrocento chi sono, contro la volontà del popolo, stati giustizati da un Signore romano al tempo di Nerone, perchè uno di loro, e solo uno, avevva provato di avvelenarlo.

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